MINI COOPER S R53

Autoart 1:18

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    MINI COOPER S (R53)
    1:18 AUTOART

    Year/Anno : 2002
    Color : Azzurro metallizzato / Light Electric Blue
    My rating/Mio Voto : 86/100
    Value for Money/Rapporto qualità prezzo : 83/100
    Original price/Prezzo : €uro 75(2009)
    Materiale: Diecast

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    Storia(From Wiki):
    La Mini è un'automobile, rivisitazione in chiave moderna della Mini del 1959, prodotta dal 2001, sotto l'egida della BMW.
    All'inizio del 1994 BMW acquisì dalla British Aerospace il Gruppo Rover, proprietario tra gli altri del marchio Mini. La casa tedesca già dai primi anni novanta stava cercando di ampliare la propria gamma di auto con l'aggiunta di una superutilitaria, creando allo scopo tutta una serie di concept car, tra cui l'auto elettrica E1, che più si avvicinava al segmento della Mini.

    Dopo l'acquisizione di Mini, i vertici della casa tedesca insistevano sul fatto che il futuro modello compatto del gruppo dovesse avere caratteristiche iconiche di BMW (come ad esempio la trazione posteriore) per sostenere gli standard e l'immagine del marchio tedesco; tuttavia, il marchio Mini non aveva nessuna di queste caratteristiche, così BMW vide questo come un'opportunità per creare un'altra vettura compatta, di livello premium ma ad un prezzo ragionevole. Iniziarono così a prendere forma i progetti della futura gamma BMW Serie 1 e di una nuova gamma a marchio Mini.
    In questo periodo anche Rover stava lavorando autonomamente all'erede della storica Mini. La prima proposta fu la ACV30, presentata durante il Rally di Monte Carlo 1997; il nome della concept era la sigla di Anniversary Concept Vehicle, mentre il 30 stava a rappresentare i trent'anni dalla prima vittoria Mini al rally monegasco. La vettura era una coupé due posti alimentata da un motore posteriore Morris Garages.
    Pochi mesi più tardi, Rover svelò un altro studio sulla nuova Mini: stavolta si trattava di due concept diverse, chiamate Spiritual e Spiritual Too, rispettivamente a due e a quattro porte. I veicoli rappresentavano stavolta un tentativo più realistico di creare una moderna Mini, ed hanno coinciso con la creazione ufficiale da parte di BMW del "progetto Mini". Tuttavia queste due vetture rimasero entrambe allo stadio di concept.[1]

    Nel 1998 BMW iniziò a dare indicazioni precise circa la creazione della nuova Mini. Il primo aspetto preso in esame riguardò il design, che venne scelto tra quindici proposte di stile diverse: cinque di esse venivano dal Centro Stile BMW in Germania, altre cinque dal BMW Designworks in California, quattro da Rover ed una da uno studio esterno in Italia. Il progetto prescelto venne da BMW Designworks e portava la firma di Frank Stephenson: il suo progetto, che posizionava la nuova Mini tra le city car, lasciava libero il segmento superiore alle nuove Serie 1, e si inseriva quindi perfettamente nei precedenti piani della casa per le vetture compatte.[1]

    Pochi mesi dopo, a prendere in mano le redini della situazione, viene chiamato Gert Volker Hildebrand, già designer di Volkswagen e Mitsubishi. Si dichiara entusiasta di quanto fatto fino quel momento da Stephenson: «Stephenson ha fatto un lavoro superbo. La nuova vettura fonde i tre archetipi del corpo umano: un solido corpo maschile, sensuali curve femminili e persino alcuni elementi arrotondanti tipicamente infantili». Ai primi due spetta l'attirare il pubblico maschile, al terzo di conquistare quello femminile. Dopo il lancio della nuova Mini, Stephenson ha commentato: «Volevamo che la prima impressione sulla macchina fosse: "non può essere che una Mini"».

    Originale è anche l'interno della nuova Mini, sebbene la strumentazione e i comandi siano ispirati al vecchio abitacolo. Fa discutere la distribuzione e lo sfruttamento degli spazi interni poiché la nuova Mini, pur presentata come una 4 posti è una 2+2. Poche le soluzioni studiate per migliorarne il comfort del passeggero che paradossalmente è il vero punto d'incontro con la progenitrice Mini, nonostante una maggior lunghezza ed ingombro.

    Moderna è la razionalità diffusa a ogni livello, tesa ad evolvere la Mini degli anni sessanta, ma anche a renderla più esclusiva, d'élite.
    Il peso della vettura impone l'utilizzo di motori di alta cilindrata abbastanza "assetati" rispetto alla vecchia generazione ed è per questo che la casa madre ha adottato per la prima volta anche dei motori turbodiesel.
    La geometria delle sospensioni è configurata secondo la struttura a ruote indipendenti MacPherson all'avantreno e uno schema a bracci multipli (triple-link) al retrotreno.
    Il motore era un 1.6 Phentagon Chrysler-Rover costruito in Brasile dalla Tritec, dotato di iniezione elettronica e sedici valvole comandate da un unico albero a camme, in versione aspirata e sovralimentata da un compressore volumetrico. Le potenze erano di 90 cavalli (One), 115 cavalli (Cooper) e 163 cavalli per la sportiva Cooper S, arrivata solo l'anno successivo. Il prezzo di partenza della Mini era di 14.551 euro per la One base e 16.051 euro per la One de luxe con climatizzatore, radio, plancia silver lucido e fendinebbia di serie.

    Nel 2004 la gamma s'arricchì della Mini One D, mossa da un 4 cilindri common rail di origine Toyota di 1,4 litri da 75 cavalli. Nel 2004 arrivò anche la Mini Cabrio con tetto apribile in tela, nelle versioni One De Luxe, Cooper e Cooper S, con gli stessi motori (escluso il 1.4 diesel) e le stesse potenze della versione berlina. L'anno successivo arrivarono le elaborazioni John Cooper Works, che permisero di alzare la potenza dei motori della Cooper e della Cooper S (quest'ultima fino a 200 cavalli). Questo kit prevedeva una nuova testata che fa aumentare il rapporto di compressione, nuovi iniettori maggiorati,la riprogrammazione della gestione elettronica del motore, uno speciale filtro dell'aria, e la sostituzione dell'impianto di scarico normale con uno inox.

    Alla fine 2004, inizi 2005 ci fu un leggero restyling delle vetture, dove cambiarono il disegno dei fari e dei paraurti anteriori e posteriori, gli interni erano stati migliorati e alla lista degli optional si aggiunsero un nuovo volante tre razze, e il cockpit chrono pack, che sostituisce il tachimetro con indicatori di pressione, temperatura olio e motore; esclusivi per la Cooper S erano invece i pannelli della plancia in tinta carrozzeria.

    I motori erano rimasti gli stessi, ma con alcuni aggiornamenti, infatti nella MINI Cooper S la potenza aumentò di 7 cv grazie ad interventi al compressore volumetrico, sul sistema di scarico e al cambio dai rapporti più corti, che resero la Mini molto più scattante di prima, strappando un buon 7.2 secondi nello 0-100 con una velocità max di 222 km/h, il kit JCW portò dai 200 cv della pre-restyling a 211 cv con uno 0-100 degno di nota di 6.5 secondi e 230 km/h. La Cooper rimase a 115 cavalli, ma adesso montava un cambio Getrag e non più Midland per risolvere la fragilità riscontrata nel secondo. La OneD, infine, subì il restyling degli interni ed il motore arrivò a 88 cavalli, ricevette anche i nuovi fari anteriori e posteriori, ma non i nuovi paraurti. Anche il motore della OneD migliorò dai 75 della versione pre-restyling passò agli 88cv attuali.

    Nel 2006 venne prodotta, negli stabilimenti delle carrozzerie Bertone di Grugliasco (TO), la Mini GP in serie limitata a 2000 esemplari, il vero nome era Mini Cooper S John Cooper Works GP kit, con 218 CV. Questa serie speciale potenziata e alleggerita (2 soli posti) con alettone in Carbonio e cerchi in Magnesio da 18" era in grado di raggiungere velocità oltre 240 km/h con 0-100 in meno di 6.3 secondi. Tutti gli esemplari sono numerati sul tetto e nella targhetta interna, realizzati in colore speciale Thunder Blue con tetto Argento, fu la prima ad adottare gli specchietti Rossi come sinonimo di sportività.
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    The Mini Hatch, stylized as MINI hatch or MINI Hardtop in the US, is a three-door hatchback first introduced in late 2000, with a second generation launched in 2006 and a third generation model launched in 2014. A convertible version was introduced in 2004, with the second generation following in 2008.

    The Mini is produced in Cowley, at Plant Oxford, with additional capacity introduced in the Netherlands for the third generation model due by the summer of 2014. The Mini Hatch was the first model launched by BMW under the Mini marque after the original Mini was discontinued in 2000. The new model built by BMW is technically unrelated to the former.
    The first new generation Mini Hatch was introduced in late 2000, being the first model launched under the Mini marque after the original Mini was discontinued in the same year. In some European markets, the Mini One was powered by a 1.4 litre inline-four version of the Tritec engine,[1] but all other petrol powered Minis used the 1.6 litre version. Since 2005, a soft-top convertible option has been available across the entire range.

    There are numerous styling and badging differences between the models, perhaps the most obvious being that the Cooper S has a distinctive scoop cut into the bonnet. The Cooper S also has twin exhausts which exit under the centre of the rear valance. The non-S Cooper has more chrome parts than the Mini One and has a single exhaust. The Mini One D has no visible exhaust pipes at all.

    In some markets, such as Australia and the US, only the Mini Cooper and Cooper S are offered. Other models of note, sold in varying markets around the world, are the Mini Seven, Mini Park Lane, Mini Check Mate, and Mini Monte Carlo.

    Mini_CooperS_18

    Related models / Modelli correlati:
    LANCIA DELTA EVOLUZIONE ----> https://jordanscars.forumfree.it/?t=69093952

    Edited by xJORDANx - 19/10/2017, 19:50
     
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    Un modellino più che ottimo.
    Complimenti!
     
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1 replies since 9/2/2016, 22:13   1167 views
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