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ALFA ROMEO 4C COUPE' 1:18 AUTOART (70184)
Year/Anno :2013 Color : Black / Nero My rating/Mio Voto : 88/100 Value for Money/Rapporto qualità prezzo : 81/100 Original price/Prezzo(2017) : € 145 Materiale: Composite
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STORIA DELL'AUTO: L'Alfa Romeo 4C è una coupé sportiva prodotta dalla casa automobilistica italiana Alfa Romeo dal 2013.
È stata presentata in anteprima mondiale in rete, anticipando di poco la première internazionale al Salone dell'automobile di Ginevra nel marzo del 2013, e il successivo debutto italiano al Salone del Mobile di Milano nell'aprile dello stesso anno. Pur essendo una vettura a marchio Alfa Romeo, la produzione è a cura di Maserati (altra casa automobilistica di Fiat S.p.A.) presso il proprio stabilimento a Modena In quanto vettura ad alte prestazioni, l'Alfa Romeo 4C può essere considerata una rivisitazione in chiave moderna di alcune storiche sportive passate della casa milanese.[8] A livello strutturale, gli ingegneri hanno tratto spunto dalla concept car Scarabeo del 1966 (realizzata dalla OSI su base Giulia),[9] mentre sul piano dello stile emerge una certa affinità con la 8C Competizione del 2007 – da cui però la 4C differisce in quasi la totalità dei suoi aspetti, sia concettuali sia meccanici.
La sigla 4C si riferisce al numero di cilindri del propulsore montato centralmente sulla vettura, ed è al contempo un richiamo alla storia sportiva del marchio: negli anni trenta e quaranta del XX secolo infatti, le sigle 8C e 6C contraddistinsero una serie di modelli della casa milanese, da competizione e stradali, equipaggiati con motori rispettivamente a otto e sei cilindri. La scelta di stile è stata decisa da un team di responsabili designer, responsabili disegnatori (stilisti) e tecnologi tutti italiani; il gruppo è stato supervisionato da Marco Tencone, responsabile capo del Centro Stile Alfa Romeo, ma essendo un progetto di grande interesse per tutto il gruppo, la 4C è stata anche seguita da Lorenzo Ramaciotti, coordinatore generale dello stile dei brand del gruppo Fiat-Chrysler. La ricerca stilistica della 4C è un'evoluzione diretta di quella esposta con la 4C Concept del 2011, già realizzata sotto la supervisione di Ramacciotti. Gli esterni sono firmati da Alessandro Maccolini (già mano degli esterni del concept), gli interni da Emanuel Derta (con un disegno del tutto nuovo rispetto al concetto del 2011). La versione definitiva della berlinetta Alfa Romeo non si discosta dalle linee dell'omonimo prototipo presentato due anni prima al Salone di Ginevra: le principali differenze riguardono i gruppi ottici frontali non più carenati, dotati ora di una serie di cinque luci LED diurne, e da due fari bi-xeno affogati in una struttura in fibra di carbonio. Anche le prese d'aria sulle fiancate laterali sono mutate: originalmente inglobate nella struttura delle portiere sono, nella versione commercializzata, fisse al corpo vettura. Il disegno della vettura, che nella versione prototipo si era aggiudicato tre prestigiosi premi (AutoBild Design Award (2011, Germania), Design Award for Concept Cars & Prototypes (2012, Italia) e il MostExciting Car of 2013 - 'What Car? (2013, Gran Bretagna)), presenta alcuni evidenti richiami alla tradizione del marchio; oltre alla già citata 8C Competizione, altri tratti della carrozzeria, tra cui l'andamento vistosamente muscoloso, mostrano l'eredità di modelli degli anni cinquanta e sessanta del secolo scorso, come la Disco Volante, la Giulietta Sprint e la 33 Stradale.[4]
La speciale versione Launch Edition presenta delle prese d'aria anteriori aggiuntive rispetto al prototipo; questi particolari non sono presenti nella versione base del modello di serie. La versione definitiva differisce dalla concept car del 2011 anche per due fori d'estrazione posteriori, necessari per la ventilazione del motore e aumentare il comportamento stradale e le doti aerodinamiche. Rispetto alla linea esterna, il progetto degli interni della 4C è stato rifatto ex novo, dato che quelli del modello definitivo non hanno nulla in comune con quanto visto in precedenza sulla concept.[18][19] L'abitacolo rispecchia in toto l'indole sportiva della vettura: si presentano infatti essenziali, esaltando la sportività e la leggerezza del veicolo. Andando in ordine, la plancia – rivolta verso il guidatore – presenta due bocchette circolari; subito dopo, i comandi della radio, e infine quelli del climatizzatore. Il volante – a due razze e con la corona appiattita in basso, come si conviene a un'auto sportiva – è impreziosito da impunture fatte a mano, con colore a contrasto. Altro richiamo alle corse si ha nei due sedili a guscio – con il logo della casa di Arese impresso sui poggiatesta –, inframezzati dal tunnel centrale dove vi sono i tasti di gestione del cambio a doppia frizione Alfa Romeo TCT e il manettino Alfa Romeo DNA (che sulla 4C prevede, oltre i settaggi Dynamic, Normal e All Weather, per la prima volta anche la nuova modalità Race che integra il launch control).
Completano infine il quadro generale di sportività degli interni, la fibra di carbonio a vista sui battitacchi, e le esili maniglie delle portiere in pelle. L'innovativo quadro strumenti a colori da 7 pollici, completamente digitale e personalizzabile (in base alle posizioni del manettino DNA), costituisce il fulcro ideale dell'abitacolo, interamente disegnato intorno al pilota. Il telaio è costituito da una monoscocca realizzata completamente in fibra di carbonio, del peso di soli 65 kg,[20] secondo l'innovativa tecnologia derivante dalla Formula 1 mentre le strutture anteriore e posteriore del telaio e la gabbia di rinforzo del tetto sono interamente in alluminio. La tecnologia utilizzata per la realizzazione della monoscocca è denominata pre-preg (pre-impregnato e formato da fibre unidirezionali) ed è abbinata a una lavorazione denominata "cocura" che permette di ottenere un unico pezzo, senza assemblaggi: si tratta di un brevetto Dallara utilizzato da quest'ultima proprio nella massima serie e al suo primo utilizzo su vetture non F1.
La prima fase della progettazione della vettura infatti ha visto gli ingegneri Alfa Romeo affiancarsi a quelli dell'azienda emiliana. L'intera architettura è il primo esempio di applicazione di soluzioni strutturali di questo tipo su un veicolo destinato a grandi volumi; fino a questo momento infatti tali soluzioni erano state utilizzate solo per vetture di tutt'altro segmento, prezzo e volumi di vendita, come per esempio la Lamborghini Aventador o, seppur con standard di diverso livello, Ferrari LaFerrari.
L'alluminio, nella riduzione del peso, ha un ruolo rilevante pari a quello della monoscocca in carbonio: rappresenta il 38% del peso complessivo della vettura stessa che raggiunge gli 895 kg. Questo viene utilizzato secondo un processo denominato Cobapress che combina i vantaggi della fusione con quelli della forgiatura ottenendo pezzi ad altissima densità. Il peso ridotto, ancor di più della potenza del motore, permette alla vettura prestazioni elevate e un comportamento stradale ottimale: il rapporto peso/potenza è di 3,85 kg/CV. mentre la distribuzione dei pesi è 40% all'anteriore e 60% al posteriore Le sospensioni adottate sono a triangoli sovrapposti per l'avantreno, mentre per il retrotreno è montata un'evoluzione dello schema McPherson. Il sistema frenante prevede quattro dischi forati autoventilanti di tipo ibrido, con pinze Brembo in alluminio a quattro pistoncini sull'asse anteriore. Le piste frenanti sono realizzate in ghisa mentre le campane sono in alluminio, per risparmiare circa 2 kg su ogni ruota, oltre che per migliorare la frenata senza ricorrere a costosi freni in materiale composito. La carrozzeria è interamente in materiale composito di tipo SMC (in questo caso un poliestere rinforzato con fibra di vetro che ha un peso specifico di 1,5 g/cm³ rispetto ai 2,7 g/cm³ dell'alluminio) a bassa densità e alta resistenza. L'utilizzo di questo materiale dà benefici in termini di riduzione del peso (-50% rispetto a una lega leggera).
La ricerca della leggerezza avviene quindi tanto sulla carrozzeria quanto sul telaio: i paraurti sono realizzati in poliuretano a iniezione (denominato commercialmente PUR-RIM) che permette una riduzione del peso di circa il 20% rispetto ai paraurti tradizionali. I vetri sono più sottili del 10% e più leggeri del 15% rispetto a quelli tradizionali; il parabrezza è spesso solo quattro millimetri. La vettura è equipaggiata con un motore in linea a quattro cilindri a ciclo Otto, turbocompresso con alimentazione a iniezione diretta, dotato di variatore di fase; è costruito integralmente in lega leggera, in modo da contenerne i pesi,[20] e alloggiato in posizione centrale-posteriore trasversale. La cilindrata è di 1742 cm³, che eroga una potenza massima di 240 CV, per una coppia motrice massima di 350 N·m di cui l'80% disponibile già a 1700 giri/minuto; questo garantisce, in base ai dati forniti dalla casa, oltre 255 km/h di velocità massima e una accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi.
La trasmissione è gestita da un cambio a doppia frizione a secco Alfa Romeo TCT gestibile in modalità sequenziale e per il quale è prevista la funzione launch control. La trazione è posteriore e la gestione avviene tramite il manettino Alfa Romeo DNA. Il propulsore (lo stesso che equipaggia la Giulietta Quadrifoglio Verde) è realizzato interamente in alluminio, materiale che permette al gruppo motore + cambio di contenere il peso a 135 kg, 24 in meno rispetto all'unità montata sulla berlina.
MODELLI CORRELATI/RELATED MODELS: ALFA ROMEO GIULIA QV ---> https://jordanscars.forumfree.it/?t=72368816
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