DIE-CAST O RESINA?COSA ASPETTARSI...

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    Ci sono misteriose domande che da sempre non trovano una risposta univoca e da sempre dividono l'umanità.
    Destra o sinistra? Cane o gatto? Bionda o mora? Pasta o pizza? Mare o montagna? Gianni Morandi o Claudio Baglioni?
    Pure in campo motoristico spesso ci si divide senza mezze misure, difendendo a spada tratta le proprie convinzioni e le proprie testarde posizioni.
    Ecco che domande come le seguenti sfociano spesso in divertenti bisticci e pepati confronti: TA o TP? Manuale o automatica? Vaggaro o Fiattaro? Porsche o Ferrari? Deltone o Escort? Dacia Logan o Lada Samara?
    Ma ecco la domanda che da qualche anno cerca una risposta fra noi collezionisti.
    RESINA O DIE-CAST?

    FERRARI_F40_KYOSHO_d
    MERCEDES_190_EVO_AUTOART_g
    Ferrari in resina - Mercedes in diecast

    Alzi la mano chi sa la differenza fra resine fenoliche, resine acriliche, resine epossidiche, resine vegetali o resine poliestere insature?
    Bene, non andate ad informarvi, perchè non ce ne può fregar di meno, a noi interessa che quel blocco informe di sostanza diventi quell'insieme di linee sinuose o squadrate, Pininfaresche o Zagatiane, che noi chiamiamo Macchinina.(Sì lo so, sono automodelli da collezione, ma per il restante 99,99% della popolazione resterà una stupida macchinina, soprattutto agli occhi di vostra moglie).

    Fin da piccolo sono cresciuto con macchinine di puro metallo metallico metallante metalloso: Bburago, Majorette, Matchbox, le piccole gioie che riempivano compleanni, Natali e onomastici, prima in 1/64, poi in 1/43, poi qualche 1/24, fino al grande amore: la scala perfetta:l'unoadiciotto (1/18).

    Con l'unoadiciotto avevo la possibilità di aprire i meravigliosi sportelli di una fiammante Lamborghini Countach e ammirarne gli interni, di alzare il cofano motore della mitica Testarossa e, anche se in maniera sommaria, sognare il rumore di quel fantastico V12 e contarne i cilindri per vedere se erano effettivamente sei da una parte e sei dall'altra.
    E che dire delle auto americane? la prima Viper RT/10 la comprai nera come la pece, solo per vedere come diamine era fatto un motore con una cilindrata di 8000 cm3; Poi ci furono le Maisto che affiancarono le Bburago, che spesso e volentieri concedevano qualche particolare in più, come l'alettoncino retrattile della Ford Gt90 e la capottina della Bmw 325i.
    Nello stesso periodo guardavo con occhi sognanti la 330 p4 della Jouef Evolution, le Revell, le prime Kyosho e le prime Hot Wheels, tutte rigorosamente in metallo e rigorosamente apribili.
    Un giorno passai affianco a un negozio di modellismo della mia città, Bologna(che ha chiuso oramai 8 anni fa); il negozio era molto piccolo, con una sola vetrina, affacciata al portico di Strada Maggiore; era posizionato proprio sotto le 2 torri e di tanto in tanto entravo, ma ancora non mi spingevo ad acquisti fuori dalle mie possibilità.
    Era il 1999,quasi vent'anni fa; sulla mensola in vetro c'era la Subaru Impreza di Burns marchiata Autoart; non avevo mai visto nulla di così perfetto, non avevo mai desiderato nulla così ardentemente, se non magari un bacio da qualche compagna di scuola.
    Gli chiesi il prezzo: 165000 Lire, più o meno la paghetta di 8 mesi! Il giorno dopo ruppi il salvadanaio e la Subaru fu mia, non ebbi alcun rimorso.
    Super metallo blu metallizzato, con quelle magnifiche decals (al posto di quegli adesivi talvolta storti delle Bburago), i sedili morbidi al tatto, quei particolari così ben realizzati e finalmente un motore come si deve. Fu l'inizio.

    Questa lunga premessa, per dire che i tempi cambiano e l'evoluzione(sia essa positiva o negativa) del modellismo statico è stata evidente.
    Non era plausibile, non era auspicabile e soprattutto non era nei miei desideri possedere un modello di una scala così pregiata come l'unoadiciotto che non possedesse la possibilità di aprire il cofano motore, gli sportelli e anche, perchè no, il bagagliaio.

    E allora perchè mi trovo ora in collezione una cinquantina di resinoni, senza alcuna apertura, senza "anima", senza "cuore", pagate fior fiori di Euro?

    Ecco, con l'aumentare numerico della mia collezione è sempre più vero che dedico meno tempo e meno attenzione ad ogni singolo modello, per quanto io cerchi con passione di fotografarli tutti e captarne pregi e difetti. Ma una volta esposto, fra tutti gli altri modelli in vetrina, quante altre volte lo andrò a maneggiare, aprire, visionare? Probabilmente poche... mentre anni fa quella Subaru Impreza della Autoart, quella Testarossa della Bburago rappresentavano entrambe qualcosa da andare a toccare, pulire e aprire quasi quotidianamente.

    I modelli in resina, oltre a rappresentare auto spesso non riprodotte in metallo e "dimenticate" dai grandi produttori diecast, catturano le linee esterne delle carrozzerie in maniera pressochè perfetta, non avendo vincoli dovuti alle aperture.
    Vuoi un bel modello da esporre nella vetrina che non andrai a toccare, se non una volta all'anno(forse)?? Ecco, caro, le resinone fanno per te.
    Sei un collezionista monotematico e devi avere per forza tutte le varianti, versioni e colori di ogni Mercedes in circolazione?? Le resinone fanno per te.
    Sei attratto dalle edizioni limitate, dalle teche esclusive abbinate al modello, dalle basette in pelle dedicate?? Le resinone fanno per te.
    Sei un maniaco delle linee precise, della vernice uniforme, lucida e perfetta alla vista?? Le resinone fanno per te.

    Non ci sono compromessi.
    Lascia perdere i modelli in resina se pretendi che tutto ciò che non sia immediatamente "a vista" abbia una qualità di dettaglio almeno sufficiente.
    Scordati aperture, ruote sterzanti, motori dettagliati, vellutini interni, ruote di scorte e vani nascosti.

    Con la resina scordati però anche quei due difetti così fastidiosi sui modelli in metallo, chiamati puntinatura e metal fatigue(o zinc-pest), dove, addirittura nell'ultimo citato, il modello comincerà a disintegrarsi senza possibilità di rimedio.

    La resina è esente da difetti? Tutt'altro; i modelli in resina possono addirittura spezzarsi di netto in due parti, se sottoposti ad un urto nel punto sbagliato;
    possono rilasciare della polverina bianca che va ogni tanto ripulita; possono scollarsi i "vetrini" molto più facilmente, non essendo incastrati nella carrozzeria; possono avere problemi nello svitaggio dalla basetta essendo la resina molto più friabile della plastica; non sono nemmeno esenti da problemi alla verniciatura, che potrebbe cambiare di colore, specialmente nelle tonalità tendenti al bianco ed infine qualche volta si trovano tracce e sbavature di colla, difficili poi da rimuovere.

    Un ultimo grande difetto è sicuramente il prezzo. Un immenso punto interrogativo anche per me; Come è possibile che i modelli in resina, che sembrerebbero apparentemente molto più convenienti ai produttori, rispetto ai normali die-cast con aperture, abbiano invece molto spesso prezzi oltre i 100 euro(fino ai 400), quando alcuni produttori come Norev e Welly invece riescono a contenere i prezzi dei loro modelli die-cast, pur avendo finiture e dettagli tutto sommato accettabilissimi?
    E' evidente che nessun produttore lo faccia per rimetterci, ma questo fiorire di nuovi brand di modelli in resina, che hanno affiancato quelli storici (Ottomobile, Gt Spirit, Laudoracing, Ls, Top Marques, Spark, Top Speed, Bos, Bbr, Mr, Tecnomodel etc...) fa pensare che ci sia una maggiore facilità produttiva, di progettazione e ovviamente un maggiore guadagno finale, che non si riuscirebbe ad ottenere con un die-cast, se non producendone migliaia e migliaia.

    Detto questo nota bene che si stanno moltiplicando anche le produzioni in die-cast totalmente chiuse, il tutto per contenere i costi: parliamo di alcune produzioni recenti di Minichamps e Norev ad esempio, senza dimenticare la serie Kyosho Ousia e le KK.

    Un breve accenno ad Autoart, storico produttore, che da qualche mese ha cominciato la produzione di serie con altri materiali, in questo caso il "composito" ,con cui è possibile avere una maggiore precisione di linee e di allineamenti delle aperture, senza la pesantezza e i problemi dei diecast e della resina. Per composito si intende bene o male un insieme di polimeri termoplastici; per quello che ho potuto constatare non è niente male...
    Staremo a vedere le prossime produzioni e soprattutto i prezzi.

    Ora, scusatemi, ma vado a smontare un modello in resina, perchè non ho mica ancora capito come mai dentro non riescano a metterci un cazzo di motore. :woot: :woot: (ironico).

    Alfa 4C in composito:
    ALFA_4_C_AUTOART_d

    Edited by xJORDANx - 26/2/2018, 18:50
     
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    Gran bella discussione, visto che hai fatto della storia allora la farò anche io. Il primo modellone arrivò il Natale del 2001, una Lamborghini Murcielago della Burago di un vivacissimo giallo che, a mia grande sorpresa, era la stessa che avevo indicato su un Auto-oggi mesi prima. Da quel giorno si aggiunsero molte Burago e Ferrari Hot Wheels, tutte regali di mio padre e a meno di 40 euro (spenderne di più era una follia!!!!!). Poi nel dicembre 2014 coi primi lavoretti qua e là, mi faccio la prima carta prepagata, scopro e-bay e da lì il livello si alza. Ricordo il primo modello "elite", una Ford Escort Cosworth Minichamps strappata alla modica cifra di 39 euro. E quando arrivò dissi "WOW", che cura dei dettagli, forse ne vale la pena di spendere parte dei miei, pur piccoli, ricavi in queste piccole gemme che testimoniano la mia enorme passione per l'automobilismo. Si aggiunsero così automodelli di vari marchi, persino un paio di quei costosissimi, ma estremamente ben rifiniti Autoart, inizai a seguire forum di modellismo come questo dove poter condividere con altre persone la mia passione e sono riuscito persino a far "cascare" alcuni amici in questo mondo. Per quanto riguarda l'argomento clou della discussione, beh la resina non fa proprio per me. E' inconcepibile spendere anche più di 100 euro per un modello che non presenta nessuna apertura, niente di niente, tanto vale comprare un 1/43 di pregevole fattura e risparmiare soldi a mio avviso. Se voglio una bella riproduzione di un' Alfa v6, il busso lo devo vedere con tanto di condotti cromati.......anche se quando navigo su siti d'acquisti, tutte le volte non posso non guardare quella Fiat Coupé della Ottomobile. :o:
     
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    Grazie Ale,
    non temere, preferisco ancora anche io di gran lunga aprire il modello vedere il motore sotto al cofano, a maggior ragione se parliamo di auto con motori particolari, "pompati" o d'epoca(quando erano dei veri e propri gioielli).
    Purtroppo i prezzi su certi oggetti sono andati alle stelle e perciò si fa quel che si può...spesso però mi trovo a riflettere che se magari avessi evitato di comprare 2-3 resinone, magari mi facevo qualcosa di più pregiato apribile...ma si sa, molti acquisti si fanno di petto, senza ragionare tanto.

    Pensa che invece per quanto mi riguarda la Ford Escort Cosworth rossa Ottomobile è la mia prima resina se non sbaglio;
    Ps. La Fiat Coupè prendila senza pensarci troppo, un'eccezione ogni tanto ci vuole. ;)
     
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